In occasione della settimana mondiale del cervello continuiamo a dedicare uno spazio alla comprensione di questo affascinante organo.
Questo breve video spiega in modo molto semplice quali sono gli effetti dello stress prolungato sul nostro cervello.
Quello che ci accade intorno, e sopratutto il nostro modo soggettivo di reagire a quello che ci accade intorno, è in grado di modificare il cervello sia dal punto di vista strutturale che funzionale.
Il cervello non è affatto quell’ organo statico e immodificabile che abbiamo in mente! Esso si adatta continuamente all’ambiente a cui lo esponiamo.
La risposta allo stress inizia con l’attivazione dell’Asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene che causa l’immediato rilascio del cortisolo. Questo ormone ha una funzione importantissima, perché ci permette di essere pronti all’azione e di rispondere in modo adeguato al pericolo. Il problema, quindi, è quando lo stress diventa cronico sottoponendo il nostro organismo ad un eccesso di cortisolo per un periodo di tempo troppo lungo.
Lo stress cronico aumenta il livello di attività e il numero di connessioni neurali nell’amigdala: la nostra “centralina di controllo” della paura. I segnali elettrici dell’ippocampo (area del cervello responsabile dell’apprendimento, della memoria e del controllo dello stress) si deteriorano, riducendo la capacità di inibire l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e quindi riducendo di fatto la capacità di controllare lo stress.
Un surplus di cortisolo può causare una riduzione del volume del cervello, ma non solo: gli effetti possono arrivare fino ai nostri geni.
A questo proposito sono interessantissimi gli esperimenti condotti sull’interazione madre-figlio nei ratti:
La madri ratto che spendevano più tempo ad allevare la prole rendevano il cervello dei piccoli ratti meno sensibile allo stress. Al contrario i figli delle mamme non attente alla loro prole diventavano più suscettibili allo stress.
La buona notizia è che possiamo fare qualcosa per modificare questi effetti deleteri dello stress cronico sul nostro cervello, ad esempio imparare a rispondere agli stressor in modo diverso cambiando, cioè, il modo di pensare e di approcciarci a quello che ci accade intorno: questo tipo di intervento ha un effetto diretto sulla nostra corteccia. Oppure possiamo agire sui centri limbici di controllo della paura attraverso attività fisica e tecniche di rilassamento.
Qualsiasi intervento, per essere davvero efficace, deve sempre tener conto della delicata interazione cervello-ambiente.
Buona visione!