E’ possibile imparare delle attività nuove durante l’età adulta? E’ possibile cimentarsi in sport, hobbies, mansioni che finora non abbiamo mai svolto?
Gli studi sulla plasticità cerebrale rispondono affermativamente a tale questione. Per molto tempo si è pensato che il nostro cervello fosse immutabile e rigido, ritenendo che l’ambiente e le esperienze esterne non potessero influenzare il funzionamento e la struttura delle cellule neuronali. Questa prospettiva eliminava dunque ogni possibilità di cambiamento e modificabilità del sistema nervoso nel corso dell’età adulta. Intorno agli anni ’60, grazie all’utilizzo di nuove strumentazioni per lo studio dell’attività cerebrale, si è scoperto che “il cervello è un organo dinamico, modificabile, plastico sia da un punto di vista strutturale che funzionale” (Fabio, Romano 2010).
Si parla infatti di “neuroplasticità” ovvero la capacità del nostro cervello di modificarsi grazie alle interazioni con l’ambiente esterno. La plasticità cerebrale è un fenomeno molto elevato durante l’età dello sviluppo, ma non si esaurisce in questo periodo di vita;
Il cervello adulto, anche se in maniera ridotta, ha la capacità di creare nuovi neuroni, di riprogrammare le proprie reti neurali e di superare danni derivanti da traumi, lesioni o malattie (Begley, 2007; Bartels,2008).
Inoltre molti studi hanno rivolto la loro attenzione al processo della “neurogenesi” che costituisce il meccanismo attraverso il quale vengono generati nuovi neuroni in età adulta grazie all’influenza di fattori come l’esperienza passata, l’apprendimento, l’esercizio fisico e mentale. Dai numerosi studi condotti in questo campo è possibile sottolineare l’importante ruolo dell’esperienza in età adulta, in quanto essa permette la creazione di nuovi neuroni, l’attivazione di aree cerebrali meno sviluppate e la modifica delle mappe neuronali. Un esempio deriva dallo studio di Blundo (2007) dove è stato osservato un aumento del volume dell’ippocampo (deputato alla memorizzazione) in tassisti con maggiore anzianità di servizio i quali avevano memorizzato più informazioni visive e spaziali di soggetti con minore anzianità di sevizio.
Anche l’esercizio fisico influenza e modifica l’attività neuronale: quando una persona si esercita in un’attività (come ad esempio suonare il pianoforte) inizialmente sono coinvolti vari muscoli e, solo dopo numerosi esercizi, il movimento si affina e si riduce all’utilizzo di muscoli specifici (come ad esempio quelli delle dita);parallelamente viene utilizzata progressivamente una quantità minore di neuroni e in modo più efficiente (Doidge, 2007).
Un processo simile accade con l’esercizio mentale e l’apprendimento, fattori che, attraverso la plasticità cerebrale, permettono di tenere il cervello allenato e prevenire e ridurre gli effetti dell’invecchiamento. La neuro plasticità è alla base della cosiddetta “modificabilità cognitiva”, ovvero la possibilità di potenziare i processi cognitivi e le risorse interne delle persone che non sempre vengono utilizzate, ma anche la possibilità di sviluppare abilità assenti o presenti in modo ridotto nel repertorio comportamentale di un individuo (Fabio, 2003; 2008; Fabio e Pellegatta 2005; Fabio e Peraboni, 1992; Hywood e Tzuriel, 1992).
Questo è possibile attraverso l’esercizio che progressivamente porta ad automatizzare abilità che precedentemente erano poco sviluppate o addirittura assenti. Dunque anche l’esercizio cognitivo può rafforzare l’attività mentale e i processi cognitivi stessi. Da qui l’importanza di programmi di potenziamento cognitivo come occasione per sviluppare nuove abilità e potenziare quelle presenti.
In conclusione gli studi sulla plasticità cerebrale sottolineano la capacità del nostro cervello di modificarsi anche in età adulta. Questo permette di migliorare le proprie performance, sviluppare strategie di funzionamento alternative e ridurre gli effetti biologici dell’invecchiamento.
Bibliografia
Bartels L. Neurogenesis and brain plasticity in adult brain, 2008 http://www.sharpbranins.com
Begley S., La tua mente può cambiare, Milano, Rizzoli, 2007
Blundo C. Conoscere e potenziare il cervello, Firenze-Milano, Giunti Editore 2007
Doidge N. Il cervello infinito, Milano, Adriano Salani Editore 2007
Fabio R.A., Romano T., Brain fitness, Erickson, Trento, 2010.
Fabio R.A. L’intelligenza potenziale, Milano Franco Angeli 2003
Fabio R.A Rilevazione dell’ADHD e interventi di potenziamento nella scuola “Disturbi dell’attenzione e Iperattività”, 2008
Fabio R.A e Pellegatta B. Attività di potenziamento cognitivo. I contenuti: percorsi su area linguistica e matematica, 2005
Fonti Foto
http://viverealmeglio.it/allenare-il-cervello-certo-che-si-puo
http://it.depositphotos.com/30954781/stock-photo-brain-with-arms-and-legs.html
https://mr-loto.it/archivio/2015/gennaio/allenare-cervello.html