Pensare a qualcosa, qualsiasi cosa, causa il rilascio di neurotrasmetitori da parte del cervello: messaggeri chimici che permettono al cervello di comunicare con il resto del corpo o con altre parti del Sistema Nervoso.
Ogni pensiero quindi comporta dei cambiamenti neurochimici, alcuni dei quali sono solo temporanei, mentre altri più duraturi.
Potremmo dire che il nostro modo di pensare modella il nostro cervello.
Qualche esempio?
- Quando siamo grati per qualcosa, e ne siamo coscienti, abbiamo un’impennata di neurostrasmettitori legati a sistema di ricompensa, come la dopamina, con conseguente miglioramento delle funzioni cognitive.
- In uno studio in cui venivano mostrate foto della persona amata, si è potuto constatare che questo tipo di esposizione provocava una forte attivazione del Nucleo Caudato. Le funzioni del Nucleo caudato sono correlate all’apprendimento, alla memoria e al controllo motorio (treccani)
Le conseguenze sul cervello sono anche più durature: un pensiero viaggia attraverso il cervello ed attiva uno specifico gruppo di neuroni sulla base del tipo di informazione immagazzinata e questo tipo di attività cambia la struttura neuronale.
Diverse regioni del cervello comunicano attraverso la formazione di nuove connessioni:
- Uno studio sui taxisiti londinesi ha dimostrato che il volume del loro ippocampo, l’area del cervello deputata alla memoria viso-spaziale, era maggiore quanto più lunga era la loro esperienza da tassisti. Il cervello si è quindi adattato per “agevolare” il carico cognitivo necessario a districarsi dalle trafficate strade londinesi.
I pensieri “programmano le cellule”:
Nel nostro corpo ci sono migliaia di recettori e ogni recettore è specifico per un peptide. Quando certi specifici pensieri ci provocano delle emozioni abbiamo una raffica di neuropeptidi che cambia la struttura della cellula: la nuova cellula che nasce dalla divisione cellulare avrà più recettori per quello specifico neuropeptide a cui è stata esposta.
Quindi un’atteggiamento negativo esporrà la cellula ad avere più recettori per quel tipo di informazione rendenoci più incilini alla, passatemi il termine, “negatività”.
Cosa possiamo fare?
Cambiare modo di pensare può avere un’influenza diretta sulla nostra struttura cerebrale.
La biologia non è una condanna, o almeno non necessariamente, cambiare si può!
La terapia cognitiva ha tra i target d’intervento proprio quello di indentificare i pensieri automatici negativi e di modificarli.
Questo non vuol dire “pensare positivo” in modo irrealistico, al contrario: pensare in modo ancorato alla realtà, che a volte viene distorta da modi di pensare eccessivamente negativistici che ci portano a saltare alle conclusioni senza prove, catastrofizzare o ipergeneralizzare.
Nei prossimo giorni esploreremo i principali “errori di ragionamento” che ostacolano il nostro benessere. Stay Tuned 😉
___________________________
Articolo originale:
https://www.thebestbrainpossible.com/how-your-thoughts-change-your-brain-cells-and-genes/
Altre referenze:
http://highexistence.com/thoughts-program-cells/
http://www.treccani.it/enciclopedia/nucleo-caudato_(Dizionario-di-Medicina)/
https://www.scientificamerican.com/article/london-taxi-memory/
Foto:
http://healthymind786.blogspot.it/2013/04/how-to-release-happy-hormones-endorphins.html