La nostra mente è continuamente bombardata da pensieri. Alcuni di essi sono molto brevi, spontanei, hanno forma di frasi telegrafiche che ci diciamo come commento interno a quello che ci accade intorno.
Queste frasi possono assumere carattere negativo: parliamo di PENSIERI AUTOMATICI NEGATIVI (PAN)
I PAN possono essere più o meno consapevoli, ma possiamo imparare a riconoscerli facilmente con un po’ di esercizio.
I PAN sono oggetto di “distorsioni cognitive” ovvero degli errori di ragionamento che valutano in modo distorto quello che ci accade. Essi sono un’importante causa di sofferenza e di mantenimento della stessa. E’ come se ci facessero leggere il mondo attraverso degli occhiali opachi: la realtà viene cambiata, portandoci a trarre conclusioni in assenza di prove e tralasciando spiegazioni più ovvie e plausibili*
I nostri pensieri guidano le nostre azioni ed influenzano le nostre emozioni. Facciamo un esempio: sto studiando, ma ho difficoltà a capire. Mi dico “sono un’idiota, non passerò mai l’esame”. Questa breve frase sarà responsabile di una conseguente reazione emotiva: ad esempio potrei sentirmi triste e abbattuto. E di una reazione comportamentale: potrei chiudere il libro e smettere di studiare.
♦ Non aver capito un passaggio è davvero la prova che sono un’idiota?
♦ Quali potrebbero essere le spiegazioni alternative?
In questa iconografica cerchiamo di spiegare in modo semplice le principali distorsioni cognitive (tratteremo le altre in un prossimo post).
Tutti ne facciamo esperienza: proviamo a farci caso, a identificarli e a cambiarli con spiegazioni alternative e realistiche: basta un po’ di allenamento! Questa capacità è alla base della resilienza, della competenza emotiva e di molte altre variabili associate al nostro benessere.
*Beck, A. T. (1976). Cognitive therapy and the emotional disorders. New York.