
Resilienza è un termine preso in prestito dal mondo della fisica e dell’ingegneria che si riferisce alla proprietà dei materiali di resistere agli urti senza spezzarsi.
Il termine è stato sviluppato a partire dai lavori sulla psicopatologia infantile e poi ripreso dagli esponenti della Psicologia Positiva, un filone della Psicologia che studia in modo scientifico le caratteristiche positive degli esseri umani e come potenziarle per promuovere il benessere.
Essere resilienti, nel senso psicologico del termine, vuol dire riuscire a fronteggiare le avversità o le situazioni fonte di stress senza subire conseguenze negative nel futuro. Essere resilienti NON significa essere immuni da emozioni “negative” o da stress, la differenza è che queste vengono gestite in modo tale da prevenire conseguenze negative sulla salute nel lungo termine.
Si può imparare ad essere resilienti? Assolutamente si! E lo dimostrano i diversi programmi, tra cui il famoso Penn resilience programm, che sono in corso soprattutto negli Stati Uniti da diversi anni.
La resilienza non è un concetto unico, ma racchiude in sé un insieme di abilità: proprio per questo ci riferiamo a qualcosa che possiamo imparare.
Martin Seligman, uno dei principali esponenti della Psicologia Positiva, da molta importanza allo stile di attribuzione, ovvero al modo abituale che abbiamo di pensare alle cose negative che ci accadono e di dare loro significato. Questa modalità può esserci d’aiuto o d’ostacolo nel rispondere in modo resiliente a quello che ci accade ed è composta da tre dimensioni:
Permanenza, Pervasività e Personalizzazione.
Il primo passo per sviluppare la resilienza è quindi quello di identificare il proprio stile di attribuzione (in altre parole: il modo in cui pensiamo), riconoscere eventuali errori di pensiero e modificarli in modo più flessibile e realistico.
Altri fattori che contribuiscono alla resilienza sono sia esterni (supporto sociale) che interni (attitudini personali)
Supporto sociale: È una delle principali fonti non solo della resilienza, ma della salute e del benessere in generale. Sentire il supporto degli altri, la vicinanza e il calore, ricevere incoraggiamento e rassicurazione, avere la possibilità di condividere le proprie emozioni e i propri problemi, sono tutti benefici di avere relazioni interpersonali sane. Alla base di queste relazioni vi sono abilità sociali come la capacità di comunicare in modo congruo, l’assertività, l’empatia.
Autostima sana: include l’auto accettazione dei propri punti di forza e dei propri limiti. Il sentirsi bene con sé stessi e sentire di meritare il rispetto e l’amore degli altri.
Problem solving: capacità di prendere decisioni e sviluppare dei piani di azioni per concretizzarle.
Abilità emotive: la capacità di riconoscere i propri pensieri, le proprie emozioni e di saperle gestire. Include quindi una buona conoscenza di sé stessi, dei propri scopi, dei propri modi di relazionarsi agli altri. La capacità di capire che le nostre idee, opinioni e pensieri guidano il nostro comportamento. Riuscire a capire come mai ci comportiamo in un certo modo ed essere in grado di modificare il comportamento in modo flessibile sulla base delle circostanze.
La distrazione, essere assorbiti da web, l’eccesso di cibo e di alcol o l’uso di droghe sono tutti tentativi di sopprimere stati emotivi negativi non riconosciuti o non saputi gestire. Queste modalità danno un sollievo nell’immediato, ma effetti deleteri nel lungo termine. È importante fin da bambini educare alle emozioni e ad una loro gestione sana e adattiva. Se questo non è accaduto nella nostra infanzia, non disperiamo! Possiamo imparare anche da adulti: tutti questi aspetti infatti, possono essere potenziati e imparati. Farlo è di fondamentale importanza in un’ottica di prevenzione. Affinché questo sia possibile serve innanzitutto una cultura più aperta alla psicologia che dia valore ed importanza agli aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali delle persone e che accolga l’idea che questi aspetti si riferiscono ad abilità che possono essere sviluppate.
Contattaci per avere maggiore informazioni sulle nostre attività di educazione emotiva e di sviluppo della resilienza!
Dott.ssa Roberta Guerra
References:
- Robertson D. (2014) Build your resilience. Teach yourself
- Alex Linley, Stephen Joseph (2004) Positive Psychology in Practice. John Wiley & Sons
- Seligman M. (2015) imparare l’ottimismo. Giunti